Mi sono laureato in giurisprudenza all’Università di Pisa, mentre lavoravo per mantenermi agli studi. È stata un’esperienza piuttosto dura ma molto formativa sul piano caratteriale. È lì, infatti, che ho imparato a portare avanti più cose impegnative contemporaneamente.
Lavoravo per una società biomedicale, quotata in borsa. All’epoca del gruppo Fiat. Avevo il compito di “instaurare e ottimizzare procedure di recupero crediti” verso clienti pubblici e privati. Iniziai con la Toscana, ma ben presto mi affidarono tutto il centro Italia (da Bologna a Campobasso). In soldoni, significavano 50.000 km l’anno (fatti su auto abbastanza improbabili come l’Alfasud 1.2 o la Fiat Uno 1.3 diesel).
Una volta laureatomi, traccheggiai qualche settimana nel decidere se proseguire da “quadro” dentro la prestigiosa società (come mi proponevano da tempo) o mettermi in proprio. Mal’idea di affidare il mio futuro in mano a degli estranei mi terrorizzava, così decisi di diventare “padrone del mio destino”, come avrebbe detto Mandela. Ed iniziai così la pratica forense per diventare Procuratore Legale (all’epoca c’erano ancora). Ma ben presto esclusi la carriera legale, grazie all’allora presidente dell’Ordine, che già nella prima settimana da praticante, ci spiegò che quel mercato era saturo, intenzione dell’Ordine era di...
... tenerlo calmierato per quanto possibile e che la selezione veniva praticata a valle, all’Esame di Stato, che andava considerato sostanzialmente come una lotteria.
Non potendo “padroneggiare” una lotteria e volendo mettere a frutto gli anni di esperienza precedenti, decisi che il mio futuro sarebbe stato dentro una mia impresa di recupero crediti e nel marzo 1992, con un capitale microscopico a disposizione, aprii la mia agenzia, lo Studio Luzzi &Associati, apportandovi la professionalità che avevo imparato nel lavoro precedente e nei due anni di praticantato. Come sede avevo un ufficio di 60 mq senza riscaldamento e senza bagno. Ma in pieno centro, dalle finestre vedevo il Duomo. Come obiettivo avevo invece quello di diventare la società di riferimento del settore… Per raggiungere questo scopo ho da subito posto la massima attenzione a tutte le problematiche relative alla compliance e l’adozione di un sistema di lavoro che coniuga le alte performance all’etica del lavoro e alla tutela dei rischi reputazionali propri e dei Clienti.
Nella seconda metà degli anni ’90, fui tra i promotori e fondatori di Primo – Consorzio Nazionale a Tutela del Credito. Il primo e per molti anni l’unico, Consorzio nel mondo della tutela e recupero dei crediti, con sede a Milano e 7 soci sparsi tra Trieste e Messina… Fu un’esperienza molto interessante che mi arricchì tanto e mi consentì di approcciarmi al mondo delle gare d’appalto dei grandi clienti istituzionali.
Nel 2002 la passione per la ricerca e la scrittura approdò nella creazione di www.creditvillage,una società editrice, fondata con il mio amico e collega Roberto Sergio di La Spezia. L’idea era di diffondere anche in Italia la cultura della gestione e tutela dei crediti, attraverso un giornale dedicato, così come già accadeva nel mondo anglosassone (vedi Credit Today, Credit Risk, Collector, ecc.). Inizialmente la rivista era solo on line, ma dal gennaio 2006 divenne anche cartacea con il Credit Village Magazine. Oggi, al 10° anno di pubblicazione, direi che lo scopo è stato raggiunto in pieno. Il periodico che dirigo - sia come Direttore Editoriale che Responsabile (dopo l’iscrizione all’albo dei giornalisti) - è il punto di riferimento del settore, diffuso in maniera capillare nelle Direzioni crediti e generali di Banche, Finanziarie al consumo, società di Leasing, Factoring, Utilities, gruppi industriali, service di recupero e informazioni commerciali. I convegni che organizziamo annualmente, i CVDay i CVSpringDay, sono sempre affollati. Lo scorso anno ci fu il record di presenze con oltre 800 persone. Mai visti numeri del genere nell’ambiente… Il CV Day è diventato così il punto d’incontro degli operatori del settore che approfittano della grande kermesse, oltre che per mantenersi aggiornati, anche per fare incontri, stringere affari, costituire alleanze, scambiarsi informazioni. E ovviamente è anche altrettanto imitato, come la Settimana Enigmistica…
A metà degli anni 2000 nacque la Tangram Immobiliare, società che gestisce buona parte degli uffici del gruppo ed altre piccole cose.
A fine 2006 ho fondato Confidence Investigazioni con la stessa filosofia basata sulla Passione per il lavoro e la ricerca della Qualità Totale che mi ha portato a creare e far crescere Studio Luzzi e Associati. Confidence è nata inizialmente per dare supporto strategico e logistico all'attività di recupero. Ma nel corso degli anni, grazie all'innesto di professionisti esperti provenienti dai settori investigativi delle forze dell’ordine italiane e USA, Confidence Investigazioni è diventata una vera e propria agenzia investigativa globale con la capacità organizzativa di lavorare su tutto il territorio nazionale e, grazie ai collegamenti con la WAD (World Association of Detectives), anche internazionale.
Oggi, oltre ad annoverare nel suo organico i migliori professionisti del settore, si distingue per una struttura organizzativa, gestionale e logistica che può contare sulle più avanzate tecniche di osservazione in incognito, su tecnologie e strumenti all'avanguardia nel settore e su un back-office preparato ed efficiente nella gestione delle pratiche, con un'ampia offerta servizi di assistenza e di supporto al cliente nell’ambito della tutela del credito.
Nel 2013 è stata la volta di NCP con sede a Napoli, fondata insieme ad un altro amico di lunga data e collega, Massimo Nocera. Con il quale, mettendo a frutto le comuni esperienze, abbiamo creato un polo d’eccellenza nella phone collection e unito le reti di negoziatori sul territorio per coprire capillarmente tutta Italia.
Insieme abbiamo poi creato Luzzi & Partners Rete d’Imprese che mette a frutto le sinergie di un pool d’imprese (SL, NCP e Confidence) e Studi Legali, tutti specializzati nella gestione del recupero crediti (stragiudiziale e giudiziale) e nell’attività investigativa, per dare soluzioni integrate, etiche e dalle elevate performance ai propri Clienti. Siano essi Originators (banche, finanziarie, leasing, TLC, Utility, imprese commerciali, PA), che Investors (fondi investimento e banche), ai quali è in grado di dare la copertura dell’intera filiera della gestione del recupero crediti. Attualmente la Rete d’Imprese (ad esclusione degli Studi Legali) conta circa 200 collaboratori, tra dirigenti, impiegati, venditori e negoziatori crediti problematici, sia phone collection che domiciliari. Con 1000 mq di uffici tra Milano, Livorno e Napoli (oltre che La Spezia e Prato).
L'associazione di categoria
A fine luglio 1996 la mia Questura mi notificò la (famigerata) Circolare Masone. In sostanza non potevo più operare fuori dal territorio livornese. Neppure per lettera o per telefono. E per farmi capire bene il concetto mi furono annullati tutti i collaboratori riportati in licenza. Nonostante il periodo estivo inondai messa Italia di fax (le email ancora non erano diffuse) per far rendere conto ai colleghi, che per lo più non conoscevo, quello che stava accadendo. Asettembre ci fu una prima riunione di una quarantina di aziende e nacque così l’AIIREC, l’Associazione Italiana Imprese Recupero Credito. Da suo presidente feci varare un rigido codice di autoregolamentazione che ancora oggi fa da base all’etica di questa attività. Portai l’associazione in Fita-Confindustria con sede Roma (nel palazzo di Confindustria). Cercai di dare una visibilità corretta di questo lavoro cercando il confronto con i media e comparendo regolarmente su Italia Oggi con una pagina dedicata (numero che veniva distribuito a istituzioni e committenti).
In quei mesi nacque anche altra associazione di categoria analoga, con sede in Assolombarda, ma nel novembre del 1998, su impulso mio e dell’altro presidente, le due associazioni si fusero e nacque così l’Unirec – Unione Nazionale Imprese Recupero Crediti, aderente a Fita-Confindustria. Presiedetti l’Unirec per vari mandati, fino al 2006, ottenendo grande visibilità per la parte pulita e professionale del settore. Questo anche grazie all’introduzione di una nuova figura in associazione, quella del Segretario nazionale, un manager, pagato per fare una trasparente attività di lobby presso le istituzioni, produrre proposte concrete, organizzare convegni, presidiare puntualmente il territorio. All’epoca, uno dei maggiori problemi che aveva il settore, era che i media parlavano a sproposito di recupero crediti e sistematicamente senza documentarsi e/o interpellare l’associazione di categoria. Il guaio era che, troppo spesso, le istituzioni provvedevano a mettere regole alle storture così rappresentante più o meno a casaccio. Il presidio di questo territorio, era difficile e, all’epoca, per nulla scontato. Ma non mi sono mai sottratto ai confronti, anche i più scomodi. Da qui la mia partecipazione a trasmissioni come “Mi manda Rai Tre” con Marrazzo, “Striscia la Notizia”, con Gimmy Ghione, ecc. Ho poi sottoscritto il primo accordo bilaterale con le associazioni dei consumatori come Adiconsum e Federconsumatori. Fatto entrare in Europa il recupero italiano, con l’adesione di Unirec a Fenca (la Federazione Europea delle Associazioni Nazionali delle Imprese di Recupero Crediti) e molte altre cose, in un periodo che c’era ancora tutto da inventare e costruire. Attualmente non occupo più incarichi istituzionali in associazione, ma ho sempre accettato di collaborare quando mi è stato richiesto: partecipo così a EBITEC, l’Ente Bilaterale della Tutela del Credito costituito tra Unirec e Adiconsum; alForum Unirec-Consumatori (Adiconsum, Federconsumatori, Cittadinanza Attiva, Movimento Consumatori, Difesa del Cittadino), e svariate altre iniziative.